Postura e malattia di Behçet
- Luca Costanzelli
- 19 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Come un sintomo apparentemente localizzato può alterare l’equilibrio posturale in una patologia rara e multisistemica?

Una patologia rara dai mille volti
La malattia di Behçet è una patologia autoimmune rara, complessa e imprevedibile. Caratterizzata da un'infiammazione diffusa dei vasi sanguigni (vasculite), può colpire numerosi organi e apparati del corpo, manifestandosi in modo estremamente variegato. Tra i sintomi più comuni troviamo le afte orali e genitali, l’uveite (infiammazione oculare), lesioni cutanee, artrite, disturbi gastrointestinali, neurologici e vascolari. Questa molteplicità di sintomi rende la diagnosi particolarmente difficile e richiede un approccio multidisciplinare.
Le afte orali: molto più di un fastidio locale
Le afte orali sono lesioni ulcerative della mucosa della bocca, spesso dolorose e recidivanti. Sebbene possano sembrare un sintomo minore, nei pazienti con Behçet esse rappresentano una costante quotidiana che impatta in modo significativo su funzioni fondamentali come masticazione, deglutizione, linguaggio e respirazione. Quando presenti in forma cronica o ciclica, queste lesioni diventano veri e propri microtraumi ricorrenti che possono modificare il comportamento neuromuscolare e innescare catene di compensazione posturale.
Il sistema miofasciale e il linguaggio del corpo
Il nostro corpo non è un insieme di pezzi isolati, ma un sistema integrato dove ogni parte comunica con le altre attraverso una rete continua di tessuti connettivi: il sistema miofasciale. Le fasce connettivali avvolgono muscoli, organi e strutture scheletriche, trasmettendo tensioni, informazioni meccaniche e propriocettive. Qualsiasi alterazione localizzata, come una disfunzione dell'apparato stomatognatico dovuta alle afte, può quindi riflettersi a distanza lungo le catene muscolari, influenzando l'equilibrio posturale globale.
La postura come effetto, non solo come causa
Troppo spesso la postura viene concepita come una posizione 'statica' da correggere. In realtà essa è il risultato dinamico e mutevole di continui adattamenti tra stimoli esterni, stati psicologici e condizioni interne del corpo. La postura è un effetto, non sempre la causa. In presenza di afte orali dolorose e frequenti, il corpo attua strategie di compensazione per minimizzare il dolore, con attivazioni muscolari alterate e adattamenti nella posizione della testa, della mandibola, del collo e del tronco. A lungo termine, questi compensi possono diventare automatismi posturali disfunzionali.
Il ruolo della lingua e dell’apparato stomatognatico
La lingua è uno dei muscoli più forti e sofisticati del nostro corpo. Ha origine embriologica comune con strutture profonde e, tramite le sue connessioni miofasciali, influenza direttamente la postura del tratto cervicale. Una spinta linguale alterata – ad esempio dovuta al dolore aftoso – può cambiare la distribuzione delle forze sulla colonna cervicale e sull’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Se la lingua spinge verso i denti superiori, si osserva una postura anteriorizzata della testa (con sovraccarico su C2); se spinge in basso sulla mandibola, la testa si posteriorizza (C6).
Lo studio su 59 pazienti: dati che fanno riflettere
Nel corso della ricerca sono stati raccolti dati da 59 pazienti con diagnosi certa di malattia di Behçet. Il 98,3% ha riferito la presenza di afte orali ricorrenti. Il 67,2% ha manifestazioni mensili o più frequenti, e il 77% ha afte della durata tra i 7 e i 15 giorni. Durante questi episodi, si evidenzia: - 94,8% difficoltà nel mangiare e bere- 69,5% nel parlare e deglutire- 84,7% peggioramento dello stato psicofisico- 62,7% alterazione della vita sociale- 93,2% alterazione della masticazioneIl 62,7% ha inoltre riportato la comparsa di dolori cervicali in concomitanza con l’aftosi. Tuttavia, solo il 25,9% ha effettuato una valutazione posturale dopo la diagnosi, indicando una scarsa integrazione della posturologia nel percorso di gestione della patologia.
La posturologia come alleata nella gestione della malattia
La valutazione posturale, intesa come strumento di osservazione globale e funzionale del corpo, può offrire un grande contributo al benessere del paziente affetto da Behçet. Intervenire precocemente sugli squilibri posturali, derivanti dalle afferenze dell’apparato stomatognatico, significa prevenire compensi cronici e limitare l'insorgenza di sintomi secondari (dolore cervicale, tensioni muscolari, alterazioni respiratorie). Integrare la posturologia nel percorso terapeutico non significa sostituirsi alla medicina, ma potenziarne l'efficacia con un approccio chinesiologico e sensomotorio mirato.
Conclusione
Questa tesi evidenzia quanto sia importante leggere il corpo come un sistema interconnesso. Un sintomo 'piccolo' come l’afta può innescare catene di adattamento complesse, soprattutto in un organismo già sottoposto a stress infiammatori cronici. Per questo la posturologia, la chinesiologia e il movimento consapevole rappresentano strumenti preziosi non solo per migliorare la qualità della vita, ma anche per educare i pazienti a una maggiore consapevolezza corporea e alla prevenzione attiva.
Per chi volesse approfondire l'argomento è possibile scaricare la mia tesi completa, a link qui sotto:
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