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Scoliosi e neuro-motricità: il ruolo dell’integrazione sensoriale nei trattamenti




La scoliosi non è solo una deformità della colonna vertebrale. È spesso l’espressione di un’alterazione più ampia del controllo motorio e dell’integrazione sensoriale. L’approccio riabilitativo moderno non può prescindere dalla comprensione della neuro-motricità, ovvero di come il sistema nervoso centrale organizza il movimento in risposta agli input sensoriali. In questo contesto, la scoliosi va affrontata come un disordine della percezione e del controllo posturale.


Cosa significa integrazione sensoriale?

L’integrazione sensoriale è la capacità del cervello di ricevere, interpretare e utilizzare stimoli provenienti da diversi sistemi:

  • Sistema vestibolare (equilibrio)

  • Sistema propriocettivo (percezione del corpo nello spazio)

  • Sistema visivo (stabilizzazione dello sguardo e orientamento)

  • Sistema somatosensoriale (tatto e pressione)

In presenza di scoliosi, spesso si osserva un’alterata elaborazione di queste informazioni, che porta a risposte motorie inadeguate e a uno schema posturale compensatorio, che il cervello memorizza e consolida nel tempo.


Scoliosi e plasticità cerebrale: un legame bidirezionale

Numerosi studi hanno dimostrato che nei soggetti con scoliosi idiopatica giovanile si osservano:

  • Asimmetrie funzionali nei tracciati EEG durante il movimento

  • Alterazioni nella rappresentazione corticale del tronco

  • Minore attivazione delle aree sensori-motorie nella correzione attiva della postura

Questo indica che il trattamento non può limitarsi al piano muscolare e ortopedico, ma deve coinvolgere il sistema nervoso, favorendo un ri-apprendimento motorio attraverso stimolazioni multisensoriali.


Trattamenti che integrano stimoli sensoriali

Un intervento neuro-motorio efficace per la scoliosi prevede l’utilizzo di:

  • Esercizi in instabilità controllata, per stimolare vestibolare e propriocettivo

  • Lavoro a occhi chiusi e in semi-oscurità, per ridurre la dominanza visiva e stimolare l’auto-percezione

  • Stimoli visivi dinamici, come specchi, luci o oggetti in movimento, per migliorare la coordinazione oculo-cefalica

  • Esercizi di dissociazione segmentaria, per migliorare la consapevolezza del tronco e la rappresentazione corticale


Un approccio sistemico e adattivo

Ogni esercizio deve essere adattato al grado di scoliosi, al tipo di curva (C, S o doppia S), all’età del soggetto e al livello di partecipazione del sistema nervoso. L’integrazione sensoriale diventa così una chiave per guidare il corpo verso schemi posturali più funzionali e simmetrici, evitando strategie compensatorie rigide.


Conclusione:

La scoliosi è un disordine anche neurologico, e va trattata attraverso un lavoro sinergico tra corpo e cervello. L’integrazione sensoriale rappresenta un ponte tra percezione e movimento, capace di riprogrammare la postura e ridurre la progressione scoliotica in modo più profondo e duraturo.

 
 
 

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