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Scarpe sì, scarpe no: guida pratica per i genitori




Ogni genitore si è posto almeno una volta la domanda: “Quali scarpe sono le migliori per mio figlio?” O ancora: “È giusto lasciarlo camminare scalzo?” La questione non è banale, perché la scelta delle calzature – o della loro assenza – incide profondamente sullo sviluppo del piede, sull’equilibrio e sulla postura.


Durante i primi anni di vita, il piede del bambino è in piena evoluzione. Le ossa non sono ancora completamente formate e la muscolatura è in fase di rafforzamento. Proprio per questo, è fondamentale evitare di “costringere” il piede in strutture rigide, che ne limitano il movimento naturale e ostacolano il lavoro dei muscoli intrinseci.


Le scarpe moderne, spesso molto strutturate, tendono a offrire troppa “protezione”. Suole spesse, plantari rigidi, rinforzi su tallone e arco plantare… Tutti questi elementi, se non necessari per patologie specifiche, possono interferire con la naturale capacità del piede di adattarsi al terreno, percepire gli stimoli e rinforzarsi.


Camminare scalzi – in sicurezza, su superfici pulite e stimolanti – rappresenta una vera e propria “palestra sensoriale” per il piede. Ogni passo su sabbia, prato o legno stimola diversi recettori, sviluppa la propriocezione e rafforza l’arco plantare. È un’attività semplice, economica e potentemente educativa.


Allo stesso tempo, le scarpe non vanno demonizzate. Sono strumenti utili e necessari in contesti urbani, su terreni potenzialmente pericolosi, o per proteggere dal freddo. L’importante è scegliere scarpe adatte allo sviluppo del piede: leggere, flessibili, con suola sottile e senza supporti artificiali per l’arco.


Per i bambini che iniziano a camminare, le migliori scarpe sono spesso quelle che “si sentono il meno possibile”. L’obiettivo non è sostenere il piede, ma proteggerlo lasciandolo libero di lavorare. Nei contesti sicuri, il piede nudo dovrebbe essere la prima scelta. Nei contesti meno sicuri, scegliamo scarpe che rispettino la sua biomeccanica.


Anche le scarpe con suola a zero drop (cioè senza differenza tra tallone e punta) e le scarpe minimaliste possono essere valide alleate, se introdotte gradualmente e con attenzione. In ogni caso, ricordiamo: è il piede a doversi adattare al terreno, non la scarpa a sostituirne la funzione.


In conclusione, la risposta alla domanda iniziale non è “scarpe sì” o “scarpe no”, ma “scarpe giuste, al momento giusto”. Alternare momenti di cammino scalzo con l’uso di scarpe leggere e funzionali è il miglior modo per accompagnare lo sviluppo armonico del piede e dell’intero sistema motorio.



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