Il piede come organo sensoriale: neurofisiologia e impatto sulla postura
- Luca Costanzelli
- 14 mag
- Tempo di lettura: 2 min

Il piede rappresenta uno dei principali punti di contatto tra il corpo umano e l’ambiente esterno. Troppo spesso considerato solo come una “base d’appoggio” o una leva meccanica per la deambulazione, il piede è in realtà un vero e proprio organo sensoriale, capace di inviare una quantità enorme di informazioni al sistema nervoso centrale.
Queste informazioni, elaborate in tempo reale, contribuiscono a regolare la postura, l’equilibrio e la precisione motoria. Approfondiamo le basi neurofisiologiche di questa funzione e le implicazioni cliniche e posturali che ne derivano.
La neurofisiologia sensoriale del piede
La pianta del piede è ricchissima di recettori sensoriali che svolgono funzioni di tipo:
Meccanocettivo (pressione, deformazione, vibrazione)
Termocettivo (temperatura)
Nocicettivo (stimoli potenzialmente dannosi)
Tra i recettori principali troviamo:
Corpuscoli di Meissner e Merkel: rispondono al contatto e alla pressione leggera
Corpuscoli di Pacini e Ruffini: rispondono a vibrazione e stiramento
Recettori articolari e tendinei: rilevano posizione e tensione
Questi recettori sono collegati a fibre nervose mieliniche ad alta velocità di trasmissione e formano una vera mappa sensoriale che informa costantemente il cervello sulla posizione e l’interazione del corpo con il suolo.
Il piede come interfaccia tra corpo e ambiente
Ogni passo, ogni appoggio, ogni piccolo squilibrio viene registrato e corretto grazie alle informazioni raccolte dal piede.
Il piede, quindi:
Permette aggiustamenti posturali automatici
Interagisce con i sistemi visivo e vestibolare
Modula l’attività muscolare ascendente (polpacci, anche, colonna)
È essenziale nell’adattamento ai cambiamenti ambientali (superfici instabili, irregolari, dure, morbide)
Il piede e il controllo posturale
Studi di neuroscienze dimostrano che l’input sensoriale plantare è fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio sia statico che dinamico. L’assenza o la riduzione di tale input (es. calzature inadeguate, neuropatie, scarso uso del piede nudo) peggiora:
L’attivazione propriocettiva
La stabilità del baricentro
La sinergia tra catene muscolari
Stimolazione podalica e miglioramento posturale
Approcci moderni alla rieducazione posturale includono sempre più tecniche di stimolazione sensoriale del piede:
Camminata a piedi nudi su superfici naturali (terra, erba, ghiaia)
Tavolette propriocettive e superfici instabili
Tecniche di riflessologia e stimolazione plantare localizzata
Utilizzo di sensori o solette propriocettive
L’obiettivo è riattivare i circuiti neuromuscolari e migliorare la qualità della risposta posturale.
Implicazioni cliniche e riabilitative
Nei soggetti con alterazioni dell’appoggio (piede piatto, cavo, pronato)
Nei pazienti neurologici (ictus, Parkinson, neuropatie periferiche)
Nella prevenzione delle cadute negli anziani
Nel miglioramento della performance sportiva
L’allenamento sensoriale podalico può rappresentare una risorsa preventiva e terapeutica, migliorando la percezione corporea e la coordinazione.
Conclusioni
Il piede non è solo un supporto strutturale, ma un elaboratore sensoriale centrale per il controllo motorio e posturale. Valorizzarne la funzione significa potenziare l’efficienza globale del corpo, migliorare l’equilibrio e ridurre il rischio di disfunzioni.
Per ogni professionista del movimento, comprendere la neurofisiologia del piede è fondamentale per un approccio realmente efficace alla postura.
Fonti:
Kavounoudias A, Roll R, Roll JP. "The plantar sole is a 'dynamometric map' for human balance control." Neuroreport, 1998.
Vuillerme N, Pinsault N. "Re-weighting of sensory inputs: effects of plantar sole stimulation on postural control." Exp Brain Res, 2007.
Hijmans JM et al. "Effects of barefoot and minimally shod walking on foot loading and foot shape: a systematic review." Gait & Posture, 2015.
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